DariO Argento: Morricone fumantino come me e Sergio Leone

By in

  

Già protagonista di una applauditissima Masterclass due anni fa al Bif&st e destinatario del David di Donatello alla Carriera nel marzo scorso (ultimo tra i tantissimi riconoscimenti ottenuti in tutto il mondo), Dario Argento è tornato a Bari per offrire anche lui una diretta e preziosa testimonianza sul rapporto con Ennio Morricone, cui il Festival rende omaggio quest’anno e che ha collaborato con il ‘mago del brivido’ italiano per ben cinque film. Nel ‘focus’ di ieri sera al Teatro Margherita, condotto dal critico francese Jean Gili, il regista romano ha ricordato come conobbe Morricone a casa di Sergio Leone, nei giorni in cui, insieme a Bernardo Bertolucci, stava scrivendo la sceneggiatura di “C’era una volta il West”. “Due anni dopo gli chiesi se poteva fare la colonna sonora del mio primo film, ‘L’uccello dalle piume di cristallo’, in un periodo nel quale era già diventato famoso e quindi molto richiesto. Ci volle l’intervento di mio padre, che era anche il mio produttore, perché accettasse. Per la prima e forse unica volta fece, insieme ai suoi musicisti di Nuova Consonanza una musica quasi del tutto improvvisata in studio, suonando anche la tromba. In seguito, ha firmato le colonne sonore degli altri due film della ‘Trilogia degli animali’, ovvero ‘Il gatto a nove code’ e ‘Quattro mosche di velluto grigio’”.

Per “spirito d’avventura e gusto della scoperta”, Argento si rivolse poi ad altri musicisti come Bill Wyman, l’ex bassista dei Rolling Stones (“Nella sua autobiografia ha scritto che non gli piacque lavorare con me, è strano, scrisse delle musiche così belle”) e Keith Emerson (“Dopo ‘Inferno’ voleva proseguire la collaborazione con un altro mio film ma mi fece ascoltare delle musiche che non mi piacquero per niente”). A distanza di 25 anni e 9 film, Ennio Morricone è tornato a firmare la colonna sonora di un film di Dario Argento, “La sindrome di Stendhal” per una collaborazione che si è rinnovata ancora una volta per “Il fantasma dell’opera”. “Dopodiché il mio spirito d’avventura ci ha nuovamente divisi. Devo dire comunque, in generale, che non era facile lavorare con Morricone, abbiamo entrambi due caratteri piuttosto fumantini e abbiamo avuto diversi screzi, come li ebbe anche con Sergio Leone.”